- Non poteva più vivere senza sapere e, soprattutto, non poteva morire senza sapere -
Beppe Fenoglio
SINOSSI
Il partigiano Milton, appena ventenne, parte alla ricerca del suo amico Giorgio, anche lui partigiano, per scoprire la verità sui suoi rapporti con Fulvia, la ragazza di cui entrambi sono innamorati. Il viaggio tra le Langhe acquista la tensione epica di una chanson de geste e al contempo i toni amari e ineluttabili di una tragedia in cui il protagonista è disposto a tutto per arrivare alla verità, per quanto possa essere dolorosa. La Storia rimane sullo sfondo, brutale e cruda, in primo piano c’è Milton, la sua giovinezza testarda, la sua ricerca solitaria e la tensione verso l’assoluto: in questa chiave è possibile trovare un contatto emotivo con un pubblico giovane e, attraverso il teatro, offrire uno strumento di indagine da affiancare al lavoro degli insegnanti.
OBIETTIVI DIDATTICI
Milton è uno spettacolo ispirato all’esperienza letteraria di Beppe Fenoglio nella narrazione della Resistenza.
Parlare della Resistenza alle nuove generazioni richiede un cambio di prospettiva. La Resistenza è stato a lungo un argomento di dibattito politico e per alcuni aspetti lo è ancora. Forse oggi, a distanza di settant’anni, nel parlare della Resistenza abbiamo un compito diverso: abbandonare la retorica e provare a storicizzare la lotta dei Partigiani. E, in questo tentativo, abbiamo deciso di metterci sulle tracce di Fenoglio, di concentrare lo sguardo sull’umanità dei partigiani e dei repubblichini, sul degrado e sulle rinunce, sulla paura della morte e la mancanza di prospettive certe.
All’interno di questo percorso particolare importanza assume la ricerca linguistica di Fenoglio. In contrasto tanto con il linguaggio della propaganda fascista che con quello celebrativo dell’Italia postbellica, Fenoglio ci restituisce il mondo rurale delle Langhe, le condizioni di vita dei Partigiani, le schermaglie con i Repubblichini con un linguaggio crudo, con la capacità di rendere vivide le immagini, con l’innesto del lessico locale all’interno di un linguaggio letterario.
L’obiettivo didattico dello spettacolo diventa così doppio: da un lato la conoscenza di un periodo storico fondamentale, dall’altro l’acquisizione di strumenti per entrare in contatto con l’esperienza letteraria di Fenoglio. La messa in scena prevede due attori che si occuperanno in scena anche della sonorizzazione del racconto. Sono previsti, all’interno dello spettacolo, alcuni momenti di dialogo con il pubblico.
STAMPA
Scontro di paesaggi. “Milton”
recensione di Erico Piergiacomi
[...] lo spettacolo Milton dimostra come si possa raccontare la storia della resistenza senza scadere nel cronachismo o, peggio, nell’ideologia. [...] evoca con precisione e sottolinea la fragilità dei partigiani che lo attraversarono. Questi erano uomini fragili e insicuri, prima ancora che combattenti, che forse erano a loro volta come il ragazzo del romanzo: sospesi tra la realtà presente e i ricordi dolorosi dei momenti dolci del loro passato.
Il secondo risultato raggiunto ha invece a che fare con lo specifico del teatro. Milton riesce a mostrare, drammatizzando lo scontro tra il paesaggio esteriore e quello interiore del protagonista, come quest’arte si caratterizzi per essere una demolizione delle linee di confine. Entro lo spazio in cui gli attori recitano e in cui gli spettatori assistono, accade - seppure solo per un qualche attimo - che il mondo si faccia più largo e indiviso, da ristretto e frammentato che era. La realtà e l’immaginazione diventano, con il miracolo laico dell’arte del teatro, un territorio unico, dove attore e spettatore possono abbandonarsi con leggerezza a una fantasticheria, a un volo simile a quello della fuga di Milton.
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Scontro di paesaggi. “Milton”
recensione di Erico Piergiacomi
[...] lo spettacolo Milton dimostra come si possa raccontare la storia della resistenza senza scadere nel cronachismo o, peggio, nell’ideologia. [...] evoca con precisione e sottolinea la fragilità dei partigiani che lo attraversarono. Questi erano uomini fragili e insicuri, prima ancora che combattenti, che forse erano a loro volta come il ragazzo del romanzo: sospesi tra la realtà presente e i ricordi dolorosi dei momenti dolci del loro passato.
Il secondo risultato raggiunto ha invece a che fare con lo specifico del teatro. Milton riesce a mostrare, drammatizzando lo scontro tra il paesaggio esteriore e quello interiore del protagonista, come quest’arte si caratterizzi per essere una demolizione delle linee di confine. Entro lo spazio in cui gli attori recitano e in cui gli spettatori assistono, accade - seppure solo per un qualche attimo - che il mondo si faccia più largo e indiviso, da ristretto e frammentato che era. La realtà e l’immaginazione diventano, con il miracolo laico dell’arte del teatro, un territorio unico, dove attore e spettatore possono abbandonarsi con leggerezza a una fantasticheria, a un volo simile a quello della fuga di Milton.
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